Mastoplastica additiva: Definizione
La mastoplastica additiva è la procedura di chirurgia estetica che ha la finalità di ottenere un aumento volumetrico dei seni. Viene realizzato mediante l’impianto di protesi mammarie in silicone. Può essere monolaterale o bilaterale.
Esami clinici
- Esami del sangue di routine: Emocromo, glicemia, PT, PTT, fibrinogeno
- ECG
- Eventualmente ecografia mammaria e/o mammografia
Mastoplastica additiva: Tipo d’anestesia
L’intervento di mastoplastica additiva può essere eseguito in:
- anestesia locale con assistenza anestesiologica
- anestesia locale con sedazione profonda in regime di Day Surgery
- anestesia generale in regime di Day Surgery o con ricovero ordinario.
In ogni caso la dimissione post chirurgica potrà essere effettuata solo dopo adeguato periodo d’osservazione .
Mastoplastica additiva: Indicazioni
La legge vieta di eseguire la mastoplastica additiva in pazienti minori di 18 anni. Sono esclusi dal divieto interventi su minorenni con gravi malformazioni mammarie congenite, purché certificate da un medico convenzionato.
Le indicazioni chirurgiche per la mastoplastica additiva sono:
- amastia (seno non sviluppato)
- ipoplasia (seno poco sviluppato)
- ipotrofia mammaria secondaria (seno piccolo dopo ad esempio dimagrimento)
- asimmetria (dimensione dei seni diversa)
- mammella tuberosa
- ricostruzione mammaria dopo demolizione
- Sindrome di Poland
- ptosi ghiandolare e cutanea moderata (seno leggermente cadente)
L’accesso per l’impianto della protesi mammarie può essere effettuato nel solco mammario (un’incisione lunga circa 4-6 cm), nell’areola (con un’incisione periareolare o transareolare) o nel cavo ascellare(con un’incisione lineare).
La scelta della via d’accesso è a discrezione del chirurgo estetico, in base alla sua capacità tecnica ed esperienza, al tipo di protesi, al suo contenuto (più o meno coesivo) e alla sua conseguente deformabilità, nonché al desiderio della paziente. Ad esempio, nel caso in cui il diametro areolare non permetta una corretta introduzione dell’impianto, il medico, d’accordo con la paziente, può scegliere la via d’accesso alternativa da lui ritenuta più conveniente.
Per il confezionamento della sede che accoglierà la protesi potrebbe talvolta risultare utile l’utilizzo di strumentario endoscopico, specie in caso di accesso trans-ascellare. La protesi può essere impiantata in una tasca retroghiandolare, in sede sottofasciale, o retromuscolare. Può essere allestita anche una “tasca mista”retroghiandolare nella porzione caudale e retromuscolare in quella cefalica, in proporzioni variabili (dual plane). Generalmente si sceglie la sede dell’impianto in base allo spessore dei tessuti che lo copriranno una volta alloggiato. Si accerta l’adeguatezza dello spessore del tessuto di copertura del polo superiore e superomediale pizzicandolo con due dita o con un plicometro (pinch test). Le protesi possono essere a superficie liscia, testurizzata o rivestite di poliuretano. Esse possono essere di forma rotonda, anatomica o conica e avere proiezioni e altezze differenti. Il contenuto della protesi può essere gel di silicone o soluzione fisiologica (attualmente usata assai di rado). Per meglio apprezzare il volume e la forma che si vuole conferire alla mammella, risultano utili “sizer”o espansori, di forma e volumi differenti. Il sizer è rimosso prima dell’introduzione della protesi definitiva. Qualora le condizioni anatomiche preoperatorie lo richiedano, possono essere impiantate nella stessa paziente protesi mammarie con volumi e forme differenti.
Mastoplastica additiva: Controindicazioni
Rappresentano controindicazioni da considerare caso per caso le malattie sistemiche e autoimmuni, stati di gravidanza e allattamento, sclerodermia, infezioni o patologie gravi in atto, ptosi mammarie di media o grave entità, patologie che interferiscono con la coagulazione (coagulopatie), connettiviti, patologie evolutive della mammella e turbe psichiatriche quali la dismorfofobia.